Lapilli #8 - Donne, media..
e il Bechdel test, Resnick e la scuola dopo la pandemia, la piantina di avocado
Questo è il numero 8 della newsletter Lapilli del 18 maggio 2021
Questa settimana parliamo di:
La piantina di avocado
Resnick e la scuola dopo la pandemia
Donne, media e il Bechdel test
Prossimi appuntamenti: Giornata mondiale della consapevolezza dell’Accessibilità, Codeweek Teacher, Open the Box
La piantina di avocado
Ho imparato che ci sono più di 50 diverse varietà di avocado. Secondo il sito ThPanorama la parola avocado (Persea americana) deriva dal termine ahuacalt (proprio del linguaggio nathualt) che significa testicolo. Il nathualt era la lingua parlata dagli Aztechi. In Argentina, Cile e Uruguay lo chiamano palta, come ho imparato in un viaggio molti anni fa. Qualche anno fa (2017) la rete era stata invasa dalla notizia che i Millennials non avrebbero mai potuto fare un mutuo e comprarsi una casa, perché si permettevano il lusso di mangiare a colazione gli avocado toast (nel caso qui ricetta) o almeno questa era la stesi di Tim Butler - miliardario australiano.. storiella che diede luogo a vari meme ) (qui per una breve spiegazione e qui per l’enciclopedia dei meme).
Sulla questione millennials e mutuo, farò un approfondimento a parte.
Tutto questo preambolo per parlare delle piantine verdi che si possono ottenere anche in casa, facendo germogliare il nocciolo: mi sono innamorata di queste piantine, alloggiando nella casa in affitto di un’assistente di volo a Malmo.
Secondo tutti i siti online è facilissimo creare queste piantine.: basta mettere il nocciolo in un bicchiere/barattolo con dell’acqua tenendo solo la parte più tonda immersa, infilzandolo con tre/quattro stuzzicadenti. Sono anni che ci provo e non mi è mai germogliato nulla. Invece, mia figlia ha trovato un altro sistema che a lei funziona: avvolgere il seme in un po’ di carta assorbente, bagnarlo e metterlo in un sacchetto di plastica aperto, in luogo caldo. Per fortuna mi ha regalato due piantine che sto curando (ho tagliato gli ultimi 6 centimetri, dato che le prime foglie erano un po’ ingiallite): per ora sopravvivono, vi terrò aggiornati…
Mitchel Resnick e la scuola dopo la pandemia
Mitchel Resnick insegna al MIT, ha inventato Scratch e possiamo considerarlo come colui che continua la ricerca di Seymour Papert, che a sua volta era allievo di Piaget. Il suo ultimo post su medium inizia paragonando lo sbarco sulla luna alla pandemia: in entrambi i casa il nostro modo di vedere il mondo è cambiato e si è data maggiore importanza alle relazioni. L’esperienza del confinamento è stata universale e particolarmente difficile per gli adolescenti: il New York Time ha pubblicato questo articolo in cui le loro emozioni sono rappresentate in modo artistico e dove i ragazzi esprimono in modo diverso il tema della relazione (mancante).
Opera di Camila Salinas, 16 da Frisco, Texas - Immagine del New York Times
Anche qui da noi ci sono state tante collezioni di lavori, pensieri e racconti dei ragazzi: Tutti a casa è libro con cui Alberto Rossetti racconta la storia di due adolescenti inventati e le voci di adolescenti in carne e ossa, Storie di Quarantena volume secondo invece è stato scritto proprio dai ragazzi … e chissà quanti altri me ne sono persi. solo per citarne due vicine.
Resnick dice che le scuole che hanno fatto bene ai ragazzi durante la pandemia sono quelle che hanno puntato sulla relazione e non sul curriculum (sul programma diremmo noi): cita una scuola di Chicago dove la preside “Principal Ade” ha chiesto di ripensare la didattica e gli insegnanti hanno lavorato su come rafforzare le relazioni, chiedendo agli studenti di lavorare su esperienze personali e significative per loro e di condividere non solo il risultato, ma il processo che avevano seguito. Questo ha creato un nuovo modo di stare in classe, dove l’eccezionalità del momento dava spazio alla sperimentazione.
Durante la pandemia, la community di Scratch ha visto un notevole aumento delle interazioni, perché è uno spazio nato per condividere idee e racconti. Per Resnick la relazione, la comprensione e il supporto reciproco sono valori che lo guidano: l’ha imparato da piccolo, nei campi estivi, dove alla fine del campo tutti i bambini a gruppi, rappresentavano diversi modi di fare festa nelle diverse culture e poi cantavamo tutti insieme “Noi siamo il mondo”. Questo è lo spirito con cui ha creato Scratch. Riusciremo a mantenere questo sguardo di riscoperta e solidarietà ?
Donne, media e il Bechdel test
Come sappiamo i media hanno contribuito nella costruzione degli stereotipi di genere e la ricerca dagli anni 50, lavora per identificare pregiudizi, rappresentazioni dei corpi, dei matrimoni e degli stupri e dove le donne appaiono "come dipendenti dagli uomini", "non intelligenti", "meno competitive", "più sessualizzate". Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori devono condividere approcci e definizioni. L’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning offre un altro approccio: una ricerca recente di Antoine Mazieres, Telmo Menezes and Camille Roth ha misurato quante volte appaiono nei film i volti maschili e femminili. Sono stati analizzati 3500 film degli ultimi 30 anni e l’algoritmo ha provato a capire se si trattasse di uomo o donna. In media i volti femminili sono stati rilevati nel 34,5%. E’ interessante notare come questo rapporto sia cambiato nel tempo e dipenda dal tipo di film: nel periodo fra il 1985 e il 1989, i volti femminili erano il 27% mentre nel 2019 si arriva quasi alla parità con il 49,5%. E’ interessante notare come la diversa presenza per tipo di film (horror, azione, romantico ecc.) presenti una buona correlazione con il test di Bechdel.
Il test di Bechdel prevede che in un film ci siano almeno due donne, che parlino fra loro e non parlino di un uomo: queste tre regole sono enunciate come una battuta fra due amiche in un fumetto disegnato da Alison Bechtel. Se ci fate caso è una situazione molto normale nei film e questo semplice modo di descrivere la sotto- rappresentazione di un genere ha dato luogo a molte discussioni studi e anche previsioni economiche sul successo di un film, oltre che critiche. E si è esteso anche ad altri tipi di sottorappresentazioni, legate ad esempio al colore della pelle e ad altri campi come il giornalismo e la scrittura di software.
L’articolo scritto da Giulia Blasi per Valigia Blu sul tema della sottorappresentazione delle donne sulla TV in Italia fornisce dati che sono molto distanti dai numeri dell’analisti
Secondo i dati riportati dall’Osservatorio di Pavia, gli uomini rappresentano il 63,7% degli ospiti delle trasmissioni, contro un 36,3% di donne. Le politiche intervistate sono il 18,1%, le portavoce il 22% dei casi, il che rispecchia, in parte, la situazione di grave sottorappresentazione interna alla politica, soprattutto ad alto livello. Ma se la politica è legata in qualche modo all’attribuzione di un ruolo e di una carica che passa per il voto o per una nomina a una carica ufficiale, le esperte sono molto più numerose e facili da trovare. Eppure rappresentano solo il 24,8% delle ospiti dei programmi Rai, e riescono a essere la minoranza anche fra le celebrità: 33,1% contro il 66,9% di uomini.
Blasi prosegue dicendo che non è solo una questione quantitativa e suggerisce come la presenza femminile sia legata a determinati contesti (temi considerati “da donne”) e alla presentabilità (giovani e belle) e che l’esperienza che ci portiamo dietro ci porta ad una cecità selettiva
I numeri non bastano da soli, ma ci aiutano a descrivere una situazione e ci dovrebbero mettere in condizione di discutere per procedere ad ulteriori analisi, e finalmente prendere decisioni per cambiare.
Prossimi appuntamenti
Accessibilità
20 Maggio si celebra la Giornata Mondiale della consapevolezza dell’accessibilità. Sul sito ufficiale è presente una mappa di eventi organizzati per aumentare la sensibilizzaione su questi temi. Sono un miliardo nel mondo le persone con problemi di accessibilità e che hanno problemi di vario tipo per accedere alle risorse digitali: è innegabile che Apple abbia sempre investito sull’accessibilità e quindi segnalo i webinar organizzati da Rekordata
Per l’accessibilità invece fisica vale la pena di segnalare il progetto RE-cycle che si occupa di accessibilità. Con l’iniziativa Di sentiero in sentiero inserisce su Google Earth percorsi accessibili anche a chi si muove in carrozzina. Anche loro organizzano un webinar il 20 maggio alle 17
Coding
Si svolgerà il 22 maggio 2021, l’EU Code Week dedicato a tutti gli insegnanti di tutte le materie e livelli di scuole. L’evento online è dedicato al coding e agli aspetti correlati alla creatività digitale e altri argomenti a cui parteciperanno relatori ispirati, tra cui decisori, sviluppatori, esperti di istruzione e appassionati.
Fra i relatori, il prof. Alberto Barbero che parlerà del progettoScratch4Disability in un panel intitolato “Diversity in coding”. Scratch4Disability (S4D) è un progetto avviato dall’Associazione Dschola, con un’iniziativa di ricerca-azione che ha visto la formazione in presenza di insegnanti di sostegno. Nello specifico il progetto è proseguito all’Istituto Vallauri ed è stato selezionato dal progetto Multinclude come buona pratica di inclusione didattica. Durante il #TeachDay sarò possibile partecipare a workshop pratici e interattivi. Il programma è disponibile qui
L’evento è gratuito ma è necessario iscriversi conviene affrettarsi perché alcuni workshop hanno già esaurito i posti disponibili.
Media e Data literacy
Il 25 Maggio appuntamento alle 18 per conoscere i risultati dei primi due anni di vita del progetto Open the box, che hanno coinvolto da ottobre 2020 oltre 700 docenti e oltre 3000 studentesse e studenti in tutta Italia! Sarà inoltre possibile iscriversi all’edizione 2020- 21 Iscrizioni e maggiori informazioni qui
Open the Box si rivolge agli insegnanti delle scuole secondarie, educatrici ed educatori, giornalisti e giornaliste interessate a svolgere laboratori sul tema della media e data literacy nelle scuole superiori o in altri contesti educativi (associazioni, festival, eventi). A loro mette a disposizione dieci percorsi di apprendimento gratuiti, già pronti da portare in classe e organizzati intorno a tre tematiche: disinformazione, social media, intelligenza artificiale.