Questo è il numero 0 della newsletter Lapilli del 19 febbraio 2021
Piante che non tossiche per gli animali di casa
Educazione del Futuro e Intelligenza Artificiale
La scuola del futuro in Italia
Monozukuri
Anche questa volta iniziamo con un articolo sul verde, ma come gestire la convivenza con i pelosi? o mettiamo dovete regalare una pianta ad amici gattofili? per evitare guai leggete qui Le migliori piante da appartamento non tossiche per cani, gatti e altri animali domestici
Educazione di domani e Intelligenza Artificiale
Photo by Robo Wunderkind on Unsplash
Dirk Van Damme, capo del Centre for Educational Research and Innovation di OCSE scrive
It makes no sense to design education systems that educate learners to do what computers and robots can do infinitely better
Non ha senso progettare sistemi educativi che insegnano a fare quello che robot e computer possono fare infinitamente meglio
L’OCSE ce lo ripete da tempo (vedi articolo di Annamaria Testa del 2013) che non serve insegnare attività routinarie e facilmente automatizzabili e che servono nuove competenze, le nuove -literacy su ambiente, dati, finanza e nuovi modi di pensare -thinking - pensiero critico, computazionale, progettuale…
Charles Fade l- fondatore del Centro per la riprogettazione del curriculum in un webinar promosso da Creative Business Network ha detto che superata la scolarizzazione di massa, si deve passare alla “raffinatezza” di massa e che l’educazione dev’essere orientata allo sviluppo della personalità, delle abilità e conoscenze e tutte quello che si insegna va rivisto per acquisire i “core concept”.
Van Damme condivide questo approccio: usare l’intelligenza artificiale, libererà tempo per gli studenti che potranno dedicarsi di più all’etica e all’estetica e perché no alle attività manuali. Tuttavia solo alcuni studenti, i più capaci, saranno in grado di imparare dalle IA, mentre i più vulnerabili e in difficoltà avranno bisogno di un insegnante umano che li sostenga emotivamente. Quindi tecnologie per i più bravi oppure per i più scarsi? Sarebbe bello uscire da queste dicotomie una buona volta…
Il futuro della scuola italiana
La Ministra Azzolina dopo la chiusura delle scuole causa Covid aveva istituito un comitato di 18 esperti per avere indicazioni sulla riapertura: il rapporto intermedio pubblicato a maggio aveva recepito alcune indicazioni nel Piano Scuola, ma poi inspiegabilmente il rapporto definitivo che porta la data del 13 luglio non è uscito fino all’insediamento del Ministro Bianchi, che di quel rapporto è il coordinatore. Nel documento ci sono pagine che rispondono a quesiti sull’edilizia scolastica, le tecnologie digitali, la formazione e il reclutamento dei docenti, il sistema integrato 0-6 anni. Molte cose sono condivisibili: si parla tanto anche di Patti Educativi di Comunità e su questo abbiamo lavorato molto come Comune di Torino coinvolgendo scuole e agenzie educative come i musei e le associazioni. Anche sul digitale e sulle STEM si percepisce che qualcosa è cambiato: si citano i mooc, gli esport , il game learning. Peccato la scarsa attenzione alla conoscenza aperta e al software libero: condivido che le piattaforme didattiche debbano essere scelte e adottate liberamente dalle scuole, ma lo Stato dovrebbe attrezzarsi per dare un servizio, utilizzando e potenziando competenze e servizi (GARR). La parte dove ho trovato le idee più innovative è quella legata agli spazi:
“L’architettura non è solo spazio, ma fondamentalmente tempo, tanto quanto lo è l’apprendimento appunto: parlare di ambienti di apprendimento vuol dire coniugare spazio e tempo come un continuum, e prevedere strumenti, pratiche che coinvolgono studenti e docenti “ [..] Non è una scuola di matrice ancora ottocentesca, fintamente filantropica, come frutto ingenuo della visione utopica della “democratizzazione del sapere”, dell’alfabetizzazione forzata, ma una scuola come “strumento di ricerca delle differenze”, che parli finalmente di grammatiche e di linguaggi, non solo di alfabeti, e che si percepisca e strutturi come capacità dinamica di servizio e di relazione, diversa per ognuno di noi.
Chissà se questo documento sarà la roadmap o rimarrà un utile esercizio.
Lo spirito del Monozukuri
Ho scoperto questa nuova parola giapponese Monozukuri, qui la spiegazione di Wikipedia in italiano. In inglese qui
When Japanese talk about monozukuri, they mean much more than mere manufacturing. If they want to talk only about manufacturing, they would use Seizo (製造) or Seizan (生産) for manufacturing and production . No, monozukuri is more than just crafting; it is a mindset, a spirit, a philosophy. It is the Japanese work ethic and the drive toward perfection.
Quando i giapponesi parlano di monozukuri, intendono molto di più della semplice produzione. Se vogliono parlare solo di produzione, useranno Seizo (製造) o Seizan (生産) per la manifattura e la produzione. No, il monozukuri è più di una semplice creazione; è una mentalità, uno spirito, una filosofia. È l'etica del lavoro giapponese e la spinta verso la perfezione.
Non vorrei semplificare ma ogni cosa fatta con passione, attenzione e cura è un po’ monozukuri, no?
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