Lapilli 2 - la musica non cambia per le donne
Come la lingua cambia il modo di vedere il mondo, imparare ad aggiustare e scoprire la propria personalità=
Questo è il numero DUE della newsletter Lapilli del 7 marzo 2021 a cura di Eleonora Pantò (con l’aiuto di tutti coloro che sono citati)
La bergenia del condominio
Buon compleanno Seymour Papert
Direttora, direttrice o direttore?
Di che personalità sei?
L’Etna non si placa
La bergenia del condominio
All’ingresso della mia casa, da più di vent’anni c’erano dei vasi di cemento che ospitavano piante con foglie carnose che alla fine dell’inverno, quando pensavi che non ce l’avrebbero fatta, invece si risvegliavano con piccoli fiori rosa. I condomini che se ne prendevano cura hanno traslocato e quest’anno a febbraio sono sparite, sdradicate (forse date per morte da chi nel cortile ha piantato primule e rosmarino) per far posto a tristi e anonime piantine grasse. Qualche giorno dopo per caso, s ho letto questo post di Eleonora Matarrese - La cuoca Selvatica così ho scoperto che la pianta si chiama bergenia, che deve il nome al fisico Karl A. von Bergen e che si chiama anche “fiore di san Giuseppe” perché fiorisce il 19 marzo, ha diversi usi in fitoterapia soprattutto in Russia e Cina da dove proviene ed è commestibile, le foglie sbiancate possono esser cucinate come cotolette e i gambi mangiati come asparagi, mentre in Nepal si caramellizzano i fiori.
Buon compleanno Seymour Papert
Augusto Chiocchiariello, ricercatore del CNR e amico, ha pubblicato un articolo qui su Medium per celerebrare il compleanno di Seymour Papert che cade il 29 febbraio. Si tratta di un estratto dal suo libro “Mindstorm” (liberamente accessibile on line in inglese). L’articolo cita un passaggio del libro, in cui l’idea che si impari in modo progressivo uno scalino per volta è messa in discussione sostenendo che 'l’attività intellettuale sia basata sul fatto che impariamo sbagliando con continue correzioni di errori, facendo “debugging” ovvero cercando di capire cos’e’ he non funziona e perché non abbiamo ottenuto il risultato che ci aspettavamo, come fanno i
Ma quando si impara a programmare un computer non si riesce quasi mai a farlo bene la prima volta. Imparare a essere un programmatore esperto significa imparare a diventare molto abile nell’isolare e correggere gli errori, quelle parti che impediscono al programma di funzionare. La domanda da porsi sul programma non è se è giusto o sbagliato, ma se si può aggiustare.
Ho avuto la fortuna di conoscere Papert di persona: era la prima volta che mi invitavano ad un convegno come speaker, era il 1994 a Venezia. Papert aveva presentato LOGO e come i bambini imparavano la fisica programmando un videogioco e di come i computer fossero stati tolti dalle classi e chiusi nei laboratori, togliendo così la carica innovativa che portavano… Ma la storia che ricordo meglio era quella di una maestra che aveva vietato ad un alunno di contare con le dita e lui l’aveva fregata usando toccandosi i denti con la lingua.
Direttora, direttrice o direttore?
Ho visto Sanremo per circa 10 minuti la seconda sera .. ma è impossibile starne fuori se sei in Italia. Quest’anno nessuno si è più scandalizzato per Achille Lauro, ormai assimilato come icona, non c’erano farfalline tatuate ad accendere fantasie e quindi di che si parla? Per fortuna in corner è scoppiata la polemica grazie a Beatrice Venezia, 31 anni che ha chiesto di essere chiamata “Direttore d’orchestra” e non Direttrice, aggiungendo (secondo vari quotidiani) che la professione è una cosa la parità un’altra. Vera Gheno, sociolinguista che sul tema ha scritto un libro, sostiene che Beatrice Venezia ha diritto di farsi chiamare come crede, ma invito tutti a leggere l’articolo di Gheno sui femminili professionali pubblicato a dicembre 2020 su Valigia Blu quando si dibatteva “rettore/rettrice” e “arbitro/arbitra”.
Alma Sabatini, autrice delle linee guida per un uno non sessista della lingua italiana (1987) affermava che «la lingua non solo riflette la società che la parla, ma ne condiziona e ne limita il pensiero, l'immaginazione e lo sviluppo sociale e culturale» e che il «maschile neutro» o «inclusivo» fa scomparire le donne.
Secondo Beatrice Giovanardi il linguaggio plasma la realtà e quindi ha scritto una lettera aperta alla Treccani, sostenuta da varie intellettuali per richiedere la modifica della voce “donna”, che inizia così:
Lo sapevi che la versione della Treccani online (treccani.it) indica nel dizionario dei sinonimi, in riferimento alla parola “donna”, eufemismi come “buona donna” e sue declinazioni come “puttana", “cagna”, “zoccola”, “bagascia”, e varie espressioni tra cui “serva?
In questo video dalla BBC le persone intervistate dicono di pensare diversamente quando usano lingue diverse, ad esempio adottando un approccio più o meno pragmatico nel modo di esprimersi. In questo caso la citazione di Nanni Moretti è dovuta.
Se siete appassionate di test e conoscete l’inglese potete giocare con https://www.16personalities.com/ il test si può fare senza essere registrati e potete anche evitare di dare la vostra email.