Questo è il numero 6 della newsletter Lapilli del 10 maggio 2021
Questa settimana parliamo di:
Le tecnologie digitali non sono associate a problemi mentali nell’adolescenza
Global Game Jam NEXT - Young edition
GEN Z e influencer
Prossimi webinar
Non ci sono evidenze di problemi mentali negli adolescenti dovuti alle tecnologie digitali
L’aumento delle opportunità di intrattenimento digitale negli ultimi anni e il confinamento dovuto alla pandemia, ha creato preoccupazioni nelle famiglie rispetto ad eventuali ripercussioni sulla salute mentale dei figli.
Buone notizie! Un studio appena pubblicato suggerisce che negli ultimi 30 anni, c'è stato poco o nessun aumento nell'associazione tra l’uso delle tecnologie digitali da parte degli adolescenti e i problemi di salute mentale.
Lo studio appena pubblicato su Clinical Psychological Science che ha coinvolto 430 mila adolescenti (9-26 anni) britannici e statunitensi ha analizzato possibili legami tra l'uso degli smartphone, dei social media e la visione della televisione con la depressione, i problemi emotivi e i problemi di comportamento e suicidio. I dati non hanno evidenziato un aumento dei suddetti problemi in relazione all’uso delle tecnologie: in particolare, l’uso dei social media e tv non è associato ad un aumento della depressione, anche se i social provocano un leggero aumento dei problemi emotivi. Non ci sono associazioni fra uso delle tecnologie e problemi di comportamento e suicidio.
"Man mano che si accumulano più dati sull'uso delle tecnologie emergenti da parte degli adolescenti, la nostra conoscenza di esse e dei loro effetti sulla salute mentale diventerà più precisa", ha detto Andy Przybylski, direttore della ricerca all'Oxford Internet Institute e autore senior dello studio. "Quindi, è troppo presto per trarre conclusioni definitive sulle associazioni in aumento, o in diminuzione, tra i social media e la salute mentale degli adolescenti, ed è certamente troppo presto per fare politica o regolamentazione su questa base". "Abbiamo bisogno di collaborazioni più trasparenti e credibili tra scienziati e aziende tecnologiche per sbloccare le risposte. I dati esistono all'interno dell'industria tecnologica; gli scienziati devono solo essere in grado di accedervi per un'indagine neutrale e indipendente", ha detto Przybylski. (fonte Psichological Science)
Lo studio: Reference: Vuorre, M., Orben, A., & Przybylski, A. (2021). There is no evidence that associations between adolescents’ digital technology engagement and mental health problems have increased. Clinical Psychological Science. Advance online publication. https://doi.org/10.1177/2167702621994549
Global Game Jam NEXT - Young Edition 26 July - 06 Aug 2021
La Global Game Jam NEXT è un evento dedicato ai giovani dai 12 ai 17 anni: è la versione Junior della Global Game Jam che si svolge ogni anno a Gennaio. La Global Game Jam® (GGJ) è il più grande evento di creazione di giochi che si svolge in varie parti del mondo in contemporanea. Una "game jam" è un hackathon per sviluppare di giochi. L’evento è condensato in 48 ore in cui un gruppo di persone con competenze diverse e che non si conoscono, realizzano un gioco a partire da un tema che viene svelato il venerdìè sera e si deve concludere la domenica pomeriggio. Nel gennaio 2020 sono ste 934 sedi in 118 paesi hanno creato 9.601 giochi e nel gennaio 2021 - nonostante la pandemia - ci sono state 585 sedi virtuali in 104 paesi che hanno realizzato 6.383 giochi.
Di game jam ed educazione parlo nel mio talk nel 2017, dopo l’esperienza di averne organizzate alcune, a cui avevano partecipato anche studenti delle superiori. La game jam si divide solitamente in fasi, che sono state articolate in 6 giorni per due settimane. Sono disponibili materiali video che spiegano come si parte dal progetto di gioco sulla carta a come si realizza con diversi software, a come prepararsi alla game jam. Materiali molto utili anche per realizzare una game jam nella propria scuola: per ispirarsi qui i 75 giochi realizzati nell’edizione 2020.
Influencer
Se qualcuno mi volesse consigliare un libro sugli influencer è benvenuto. La mia conoscenza del fenomeno è molto scarsa, avevo seguito questo webinar organizzato lo scorso febbraio da Vincos che era focalizzato sull’Italia e li ho capito che mi manca proprio il lessico. Un’estrema sintesi dei quella ricerca si può scaricare e tra l’altro, dice che i follower italiani scelgono gli influencer perché danno consigli e sono considerati degli esperti da cui ricevere informazioni, ma ne parlo qui perché mi ha colpito quest’altra ricerca a cura della Morning consult fatta sugli adolescenti e i millennial US (2000 intervistati fra i 13 e i 38 anni). I dati dicono che per questa fascia di età si fidano più degli influencer che delle celebrità per i loro acquisti, e che il fattore chiave è che li considerano più autentici. Seguendo i dati del rapporto sembrerebbe che presto non avremo più interruzioni pubblicitarie nei film e non ci saranno più affissioni, visto che per gli acquisti ci si informa per l’88% sui social. Ma il dato per me più interessante è che il 12% dei millennial e degli adolescenti si considera influencer, il 54% farebbe l’influencer se avesse l’opportunità e che l’86% è pronto a pubblicare contenuti sponsorizzati. Inoltre visto che l’autenticità è il motivo per cui li scelgono, una % fra il 15 e il 20 è disponibile a pubblicare annunci sponsorizzati anche di prodotti che non amano.
Prossimi webinar
12 maggio ore 18-20 OER, MOOC e pratiche didattiche aperte verso l’inclusione digitale educativa a cura di Fabio Nascimbeni (Fellow Centro Nexa)