Lapilli #17 La fine di Twitter e il fediverso
Le piattaforme edtech e il capitalismo della sorveglianza anche a scuola
Nell’ultimo mese si è concluso il più breve mandato della storia di un governo inglese Liz Truss ha retto solo 44 giorni, abbiamo un nuovo governo e il Presidente del Consiglio che ha emanato una legge pasticciata per vietare i rave e rischiato un incidente diplomatico con la Francia, in Iran è scoppiata la rivoluzione dopo che una ragazza è stata uccisa per aver messo male lo chador, la guerra in Ucraina continua. Serve qualche buona notizia: dopo 45 giorni in carcere in Iran, Alessia Piperno è stata liberata. In Finlandia hanno trovato il modo di risolvere il problema degli homeless con un’idea geniale, gli hanno dato una casa. Quando esce una nuova release del videogame GTA, in Olanda diminuiscono i crimini.
Twitter e l’Elefante
Twitter è morto? Certo che l’acquisizione da parte di Elon Musk, a un costo esagerato, i debiti, il licenziamento di meta dei dipendenti, il divieto di creare account “parodia” a meno di seguire regole ancora confuse, e il famigerato abbonamento a circa 8 dollari mese per avere la spunta blu, non promettono nulla di buono: Vincos lo ha definito il social delle diseguaglianze
Sinceramente non capisco il senso di usare la spunta blu , finora simbolo di attendibilità - chi aveva la spunta blu era un utente certificato - per associarlo ad un servizio premium. Poteva almeno avere la fantasia di inventarsi un altro badge! a qualcuno questa confusione è già costata molto cara: un account con lo stesso nome dell’zienda farmaceutica Ely Lilly dotato della spunta blu, al modico prezzo di 9 euro, ha pubblicato un twitter in cui diceva che l’insulina sarebbe stata fornita gratuitamente, procurando alla suddetta azienda una perdita in borsa di circa 20 miliardi.
In questo bailamme, molti hanno deciso di abbandonare Twitter e di passare alla sua versione in salsa open, ovvero Mastodon, anche se qualcuno lo definisce inutilizzabile se ci volete provare vi consiglio il post di Quintarelli.
Mastodon è un pezzo del Fediverso, che sta per universo federato, cioè l’insieme di server federati utilizzati per la pubblicazione web che include piattaforme di blogging, social media che utilizzano un medesimo protocollo di comunicazione. Forse è arrivato il momento di capire meglio di cosa si tratta. Si può cominciare da questa ottima presentazione di Stephen Downes OPEN FEDIVERSE che ho trovato illuminante.
Studenti, non prodotti
Se vi occupate di scuola, probabilmente conoscete MonitoraPA, il gruppo di attivisti che ha costruito l’osservatorio automatizzato per monitorare come le pubbliche amministrazioni, scuole incluse, gestiscono e tutelano i dati dei loro utenti.
Dal sito di MonitoraPA “Lo scorso 19 settembre MONITORA PA, una delle tante comunità hacker italiane, attenta alla riservatezza dei dati e più in generale al monitoraggio civico, ha avviato una nuova campagna rivolta alle Istituzioni scolastiche del Paese. Tramite PEC, ha inviato a 8254 scuole, il primo FOIA (Freedom of Information Act) massivo, con 6 domande di accesso civico, per conoscere come sono state spese le risorse nel biennio 2020/2021, 2021/2022 e come verranno distribuite nell’anno scolastico in corso.”
La richiesta di dati non ha fatto molto piacere alle scuole, che l’hanno vissuta in larga parte, come un’inutile ingerenza e un sovraccarico di lavoro. Si è aperto un processo che ha visto studi legali ricorrere all’Avvocatura del Ministero dell’Istruzione per valutare la liceità della richiesta, è poi seguito un pronunicamento dell’Avvocatura dello Stato il 16 ottobre, che in sostanza ha riconosciuto la liceità della richiesta.
Ad oggi non sono stati divulgati dati sul numero delle risposte da parte delle scuole e dei risultati: mi auguro che aver dato questa “scossa” alla PA non produca effetti peggiorativi sui temi legati al FOIA (quanto fatica è stata fatta per averlo anche in Italia?)
Per capire meglio, il senso dell’operazione è utile leggere questa intervista a Giacomo Tesio oppure il suo articolo sulla rivista Gli Asini “A scuola da Google” in cui si legge tra l’altro: “Grazie alla Dad, Google ha potuto raccogliere moltissimi dati su studenti e insegnanti e, dato l’uso prevalente di nome e cognome (identificativi globali e permanenti) nelle credenziali di autenticazione, potrà facilmente correlarli con tutti gli altri dati acquisiti in passato o in futuro su di essi. Un elenco esaustivo anche solo delle tipologie di dati personali ottenuti da Google durante la Dad sarebbe impossibile: dati biometrici come impronta vocale e feature facciali; dati economici, sociali e culturali deducibili dalle abitazioni riprese durante le video lezioni; dati medici condivisi e discussi “in classe”… Talvolta i dati raccolti riguardavano terzi, come contatti o familiari positivi che determinavano l’avvio di un periodo di quarantena. E naturalmente i voti, le relazioni con i compagni, i livelli di apprendimento, le competenze linguistiche, soglie di attenzione o di stress e molto molto altro.”
Per capire meglio le conseguenze dell’uso di strumenti digitali non rispettosi della privacy è utile leggere il rapporto di Human Right Activism, intitolato appunto “StudentsNot Products, che ha analizzato 150 piattaforme edtech raccomandate da 49 governi, e ha scoperto fra queste oltre 140 spediscono o danno accesso ai dati personali dei bambini a 196 aziende pubblicitarie.
Ora che l’emergenza è superata, è necessaria una riflessione approfondita sulle piattaforme e le applicazioni digitali usate a scuola, per che aumentare la consapevolezza sulle conseguenze del trattamento massivo dei dati dei minori.
Rome VideoGameLab 22
Come anticipato nel precedente numero di Lapilli, sono stata al Rome VideoGame Lab. Ho avuto l’occasione di ascoltare il talk del prof. Simone Arcagni su Cos’è il Metaverso, che ha raccontato ai ragazzi le origini, le sovrapposizioni con la cultura dei videogame, il futuro e anche gli aspetti più critici. Ho seguito un panel sul tema dei videogiochi nell’agroindustria: guidare un trattore virtuale forse è meno affascinante del simulatore di volo, ma ha implicazioni altrettanto interessanti. Il nostro panel sull’empowerment femminile è stato molto seguito e nonostante l’orario a cavallo del pranzo, grazie ad alcune di noi, c’è stata una buona interazione. Il tema della rappresentanza femminile è un aspetto importante per poter coinvolgere più ragazze nelle professioni STEAM, per dare loro maggiori opportunità lavorative e di crescita nel futuro, ed è stato il senso del nostro incontro. Si è
#open&education
La visita della Sund School di Rejkjavik in Piemonte
La visita dei docenti della Sund School è stata un’esperienza interessante per tutti i prof e gli studenti coinvolti. Nonostante la distanza, la differenza dei sistemi educativi, ci sono stati molti punti di contatto su problematiche legate alla valutazione formative e sull’uso del cellulare, ma anche differenze: nessuno di loro conosceva il coding e scratch, ma sono stati molto colpiti dalla Patente per lo smartphone. Sul sito Dschola il racconto della due giorni.
Italian Coding Festival 2023
L’Associazione DSchola ha lanciato la nuova edizione dell’Italian Coding Festival 2023: qui tutte le informazioni.
Transforming Education
Su #AppuntiSelvaggi, la rubrica che curo per SApere Digitale sono stati pubblicato due articoli: il primo parla dell’incontro “Scuola Sconfinata” organizzato dalla Fondazione Feltrinelli a Milano il 9 di settembre, dove il tavolo sulla Cittadinanza Digitale ha immaginato la scuola sconfinata del futuro.
Il secondo articolo parla dell’evento "Transforming Education” delle Nazioni Unite e su come i Paesi del mondo intendono affrontare la cosidetta “learning crisis” dopo la pandemia. In particolare ho approfondito il quadro delle “competenze verdi” promosso dalla UE.
#notizievulcaniche
Il 9 di ottobre c’e’ stata un’eruzione spettacolare e piuttosto pericolosa del Vulcano Stromboli, con un’imponente colata finire direttamente in mare.
Mandatemi i vostri commenti! ciao!